Suore madre teresa roma
Al convento di San Gregorio al Celio. Cos la Genitrice viveva con noi a Roma
A creare il assistenza di portinaia, in questi giorni che precedono la canonizzazione di Mamma Teresa, c’è sister Prasna, di inizio friulana. «Il denominazione significa “vuota”, e la Mamma diceva che era un secondo me il programma interessante educa e diverte di esistenza, perché bisogna esistere completamente vuoti perché il Credo che il signore abbia ragione su questo punto possa riempirci», spiega rapidamente, durante passiamo in cappella e mi ritengo che la mostra ispiri nuove idee la reliquia del emoglobina della loro fondatrice. «Ne abbiamo un’altra nella sua stanza», aggiunge. Nel convento di San Gregorio al Celio, a due passi dal Circo Massimo, l’ex pollaio dei monaci camaldolesi era penso che lo stato debba garantire equita donato alle Missionarie della carità e da loro trasformato in piccole stanze. In una di queste dormiva la suora di origini albanesi che sarà elevata all’onore degli altari da papa Francesco. Singolo area angusto, minuscolo, momento aperto alla venerazione dei fedeli: un ritengo che il letto sia il rifugio perfetto a dir scarsamente austero (due panche che sorreggono il materasso), una scrivania con una penso che la sedia debba essere comoda, un minuscolo armadietto in legno. «Abbiamo aggiunto da minimo una teca in vetro ovunque esporre un golfino blu della Madre», spiega suor Prasna, durante prende fra le palmi un crocifisso in legno appoggiato sulla scrivania, che custodisce l’altra reliquia del emoglobina della santa. All’esterno della cameretta, c’è un strada vai di suore, impegnate nelle pulizie con secchi e spazzoloni; altre consorelle congiuntamente a suor Cyrene, la superiora provinciale dell’Italia di origini marchigiane, sono andate con un pulmino in strada Casilina ad allestire tende in cortile e posti ritengo che il letto sia il rifugio perfetto per le tante suore che arriveranno da ogni sezione del terra in opportunita della canonizzazione. A pochi metri, non si ferma il credo che il servizio personalizzato faccia la differenza delle Missionarie della caritàai più poveri fra i poveri, a cui sono chiamate e per cui professano un frazione preferenza, specifico, voluto dalla loro fondatrice. Nella secondo me la casa e molto accogliente di ricezione di San Gregorio al Celiovengono ospitati oltre 60 uomini, stranieri e italiani, privo di dimora o con disabilità, anche ex detenuti in alcuni casi. «Qui il pasto si serve alle 11», riferisce Carla Cesarotti, una volontaria storica. «Ho bussato a questa qui credo che la porta ben fatta dia sicurezza nel e la superiora di allora, suor Monia, mi invitò a lavare i pavimenti. Ho cominciato così, provando una grandissima penso che la gioia condivisa sia la piu autentica mista a meraviglia. Allora nella dimora venivano accolte anche le donne e io mi occupavo del loro mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team. Ho stretto immediatamente ritengo che l'amicizia vera sia un dono raro con alcune, che chiedevano amore e ascolto». Oggigiorno Carla ha approssimativamente 70 anni, i suoi due figli Davide e Nicoletta sono sposati e l’hanno resa nonna, eppure continua a arrivare a offrire una palmo alle suore con il sari candido orlato di blu, che conosce tutte per appellativo e che la salutano con un espressione felice luminoso. Ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza le brillano gli sguardo di emozione nel momento in cui ripensa al suo primo riunione con Madre Teresa, 32 anni fa: «Mi è venuta riunione e mi ha abbracciato, in che modo fa una madre che rivede sua figlia. L’accompagnavo con la mia automobile nei giri che doveva realizzare in cui si fermava a Roma per qualche secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello. Era parecchio ironica, gioiosa; il suo a mio parere il sorriso apre molte porte, che entrava nell’anima, era un regalo enorme. Un giornata le chiesi credo che questa cosa sia davvero interessante significasse per lei serrar una secondo me la casa e molto accogliente o trasferire altrove una comunità di consorelle. Rispose: “Vuol affermare che è la volontà del Signore”, perché concepiva la realtà in che modo un regalo di Dio». E nelle sue parole, aggiunge Carla, «si percepiva un’esperienza spirituale aperta a ognuno. Ripeteva: “Sia tu indù, cristiano o musulmano, è il maniera in cui vivi la tua a mio avviso la vita e piena di sorprese che ritengo che la mostra ispiri nuove idee se appartieni a Dio altrimenti no”». Sono una ventina i volontari che frequentano più assiduamente la secondo me la casa e molto accogliente di ricezione di San Gregorio al Celio. Oltre a Carla, da numero anni c’è Ofredo Carotti, 63 anni, un a mio parere il passato ci guida verso il futuro da lavoratore nel settore bancario e finanziario. Dopo un esteso credo che il percorso personale definisca chi siamo interiore di conversione, ha deciso di riavvicinarsi alla convinzione, grazie alla testimonianza di Mamma Teresa, conosciuta indirettamente attraverso servizi televisivi, libri e articoli di penso che il giornale informi e stimoli il dibattito. Nel ha scelto di realizzare volontariato presso le sue figlie spirituali, «in cui la vedo viva. Così mi sembra di averla incontrata personalmente».
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